DA CRONACHE MACERATESI.IT del 13 06 2015:
di Gianluca Ginella
Agivano indisturbati lungo stradine difficili da raggiungere nel cuore del parco dei Monti Sibillini: il fatto che le vie
d’accesso fossero poche e che per loro fosse facile presidiare la zona ed evitare controlli
consentiva a due bracconieri di poter agire indisturbati anche durante il giorno. Nel mirino dei
loro fucili era finito anche il rarissimo camoscio d’Abruzzo, una specie a rischio di estinzione
che da poco tempo è stata reintrodotta nel parco e di cui sono presenti solo poche decine di esemplari.
Per prendere i bracconieri gli uomini del Corpo forestale, coordinati dal sostituto procuratore Cristina Polenzani, hanno svolto indagini che
sono durate oltre due mesi. E alla fine all’alba di mercoledì hanno chiuso il cerchio mettendo a
segno una serie di perquisizione nelle case dei bracconieri di Ussita e in una baracca in lamiera
che utilizzavano. Ad agire sono stati diversi reparti della Forestale del coordinamento territoriale per
l’ambiente di Visso e del comando provinciale di Ancona. Nelle perquisizioni sono state trovate e
sequestrate armi, munizioni e polvere da sparo, tutte custodite illegalmente. E poi una tagliola, il cui
utilizzo è vietato dalla legge sulle aree protette. Nella baracca in lamiera gli uomini della Forestale
hanno scoperto anche un rarissimo trofeo del camoscio d’Abruzzo. I due cacciatori di frodo sono
stati denunciati per bracconaggio, detenzione illecita di munizioni, uccisione di specie
selvatiche protette. Rischiano condanne fino a due anni. Il contrasto al bracconaggio rimane uno
degli obiettivi principali del Corpo forestale nel parco dei Sibillini per tutelare specie tra le più rare
dell’Appennino come l’aquila reale, il lupo e il camoscio d’Abruzzo.
DA CRONACHE MACERATESI.IT del 13 06 2015: