Da Passo Cattivo a Monte Bove Sud, Tra Prede e Predatori.
Quando si racconta della vita in montagna, non tutti sanno che dall’esperienza sul campo non si può non trattare del fattore imprevisto. Ma come introdurre questo articolo se non iniziando prima a parlare della mia passione per il Re dei predatori. È ormai da mesi che cerco di documentarmi sul lupo appenninico e con l’aiuto di consigli di biologhi, appassionati e di una fototrappola piazzata nei luoghi dove ritengo questo predatore sia presente, cerco di immortalarlo. Quindi la mia metodica è stare il più possibile presente nel posto giusto al momento giusto, nella maniera meno invasiva. Non avendo studiato né da biologo e non essendomi ancora documentato da nessun libro scientifico, vado molto per istinto e buonsenso. È comunque mia prassi tenermi informato da censimenti, avvistamenti, fonti di appassionati e da articoli in rete. Di fatto la sua presenza va ricercata con rilevamenti di carcasse, predazioni, fatte con contenuti compatibili alla sua dieta, tracce sulla neve, sul fango, e con tecniche come il wolf-howling. È un animale molto astuto, intelligente che nella sua estrema condizione ha saputo resistere al pericolo dell’estinzione e grazie a se stesso sta ripopolando tutto l’appennino. Questo è un bene per l’ecosistema perché essendo l’ultimo nella catena alimentare, ha l’importantissimo compito di riequilibrare il tasso di presenza degli altri animali, facendo anche una selezione genetica degli individui più compromessi o menomati.
Mi preme in questa sede sottolineare altre importanti informazioni. Il lupo non attacca mai l’uomo a meno che il suo avvicinamento non sia giustificato d’affezione da rabies virus. Quando la vostra presenza è per lui segno di pericolo per la sua prole, un intero branco può di fatto costituire un pericolo. Poche altre remote situazione possono risultare fatali per l’uomo. Certo è che non esistono documentazioni di attacco all’uomo dal 1800 né tanto meno se ricerchiamo indietro, se escludiamo leggende e racconti di demonizzazione. Il lupo ha imparato che deve stare alla larga dall’uomo se vuole sopravvivere. Il discorso è diverso per quanto riguarda gli allevatori; anche qui il pericolo non è per loro stessi, ma per il bestiame. Ma anche qui la problematica deve essere affrontata con un risarcimento danni da fauna selvatica garantita dalle regioni, una prevenzione con il buon pastore maremmano e recinzioni. In ultimo con sperimentazioni, ad esempio del tipo; acustiche non ancora confermate dai ricercatori che tentano con il wolf-howling di ingannare il lupo facendogli credere che al posto dell’allevamento ci sia un altro branco considerevole di lupi e che se vuole sopravvivere meglio non entrare in quel territorio.
Il lupo è il progenitore del nostro amico a quattro zampe, ed è lo spirito libero che risveglia in me i ricordi primordiali e mi insegna la bellezza della natura.
La mia ricerca con l’obiettivo di avvistare e fotografare un lupo in natura, da circa due settimane si è spostata nei pressi di Passo Cattivo; una barriera naturale imponente che separa la valle del fiume Tenna da quella del fiume Nera. L’itinerario percorso parte dal paesino di Macchie sopra Castel Sant’angelo sul Nera con un dislivello da superare fino al Monte Bove Sud di 1.100 m ed è classificato con difficoltà EE. Il sentiero è segnalato con il n.259, giungendo sopra Passo Cattivo attraverso la strada che proviene dal Monte Cornacchione, il n.257 ed in fine in vetta al Bove Sud per la cresta contrassegnata con il n.12.
Proprio a metà del n.12 inizia la mia perdizione ed il mio sentiero sfuma ritrovandomi a camminare sul fianco della montagna in direzione nord verso la vetta del Monte Bove Sud. Proprio mentre stavo cercando di ritrovare l’orientamento mi compare davanti un giovane capriolo, che inizia a protestare con il suo verso la mia presenza. Finalmente scatto le prime mie raffiche di foto a questo animale allo stto brado. Abbastanza sorpreso ed impaurito l’animale valica una collinetta per nascondersi. Proseguendo per il mio percorso lo rincontro che suona l’allarme galoppando verso i pascoli a valle. Ad un tratto, alla mia vista una lepre selvatica scatta da dietro un masso ed inizia la sua fuga risalendo il rilievo. Dopo pochi secondi che cerco di mettere nell’obiettivo anche questo animale.. sento una presenza da dietro. Con il vento che era sostenuto e la stanchezza che si faceva sentire, mi sono buttato a terra per istinto. A circa 30m sopra la mia testa si era postata un’Aquila Reale. Forse attirata dal movimento in azione del capriolo e della lepre, o forse era venuta a ricordarmi che il Lupo non è l’unico Signore di queste cime. La sorpresa ha rubato tempo prezioso alla reazione e con non poco impaccio o cercato di “sparare” le migliori foto anche a Lei. Poi si rialza in volo e dalla Forca della Cervara da cui era venuta prosegue verso Passo Cattivo con una velocità assurda. In circa 10 minuti avevo visto ben 3 attori di queste lande. Sicuramente non capita tutti i giorni. Se non mi fossi perso non avrei visto questo cortometraggio naturale, se non avessi seguito il mio pazzo istinto non mi sarei così divertito. Infine valico la montagna, mi affaccio da vicino per ammirare il monte Bove Sud, poi a causa della tarda ora e di alcuni nuvoloni me ne ritorno indietro. L’obiettivo ancora non è stato raggiunto, forse la zona del lupo non è questa, forse impiegherò anni per beccarne uno dei 150 esemplari nelle Marche. Quello che è certo per me è che presto o tardi arriverà l’occasione. Intanto continuo a documentarmi meglio per sbagliare meno. La natura mi ha insegnato che ogni cosa a suo tempo, ogni obiettivo hai suoi intermezzi. Nessuno può sfuggire a questa legge. E poi se avessimo tutto e subito non apprezzeremmo nulla.
Al prossimo incontro..